«Vogliamo ricordarlo come nella foto, sorridente in uno dei tanti eventi Fidas, eventi ed impegni istituzionali ai quali fino all’ultimo ha voluto prender parte personalmente e che non ha mai rimandato. Un abbraccio da parte di tutta la “grande famiglia Fidas”, come amava chiamarla lui, giunga a sua moglie Tiziana e ai suoi figli Paolo e Giorgio». Con queste parole e un “Ciao, presidente”, la Fidas, la federazione della associazioni dei donatori di sangue annuncia la morte del presidente nazionale Aldo Ozino Caligaris

Al centro del suo impegno e delle sue attenzioni da medico e da presidente è sempre stata la vita dei pazienti. In modo particolare nell’ultimo anno ha voluto fortemente, così come tutto il Sistema Sangue italiano, incentivare la donazione del plasma, con l’obiettivo ultimo di poter raggiungere l’autosufficienza nazionale. Qualche mese fa ha organizzato il corso di formazione “Plasmare”, volto appunto alla promozione del dono del plasma.

Negli ultimi incontri – ricorda una nota – ripeteva spesso che: “Se solo ogni donatore di sangue, in Italia, donasse anche solo una volta all’anno il plasma, raggiungeremmo e anzi supereremmo l’autosufficienza nazionale“. «Condividiamo questo ricordo di lui perché ci piacerebbe che da questa grande sofferenza comune possa nascere un segno di speranza, proprio per tutti quei pazienti che aveva a cuore. Domani, 29 febbraio, si celebrerà la XIII Giornata mondiale delle malattie rare. Tra le malattie rare è importante ricordare la Beta-talassemia, che richiede continue trasfusioni di unità di sangue e le Immunodeficienze Primitive, per le quali la terapia si basa sull’apporto periodico di prodotti emoderivati. Ci piacerebbe dunque che il dolore per la perdita del nostro amato Presidente non ci fermi nelle attività: siamo certi che non lo avrebbe mai voluto. Ci sentiamo di invitare tutti, specie in questo periodo di criticità nella raccolta del sangue, dovute alla normale influenza e alla diffusione del coronavirus, di invitare tutti coloro che possono a tendere il braccio. Un braccio teso che è un abbraccio agli oltre 1.800 pazienti che quotidianamente necessitano di terapia trasfusionale, ed un ultimo abbraccio simbolico al nostro presidente».